Il giorno 8 dicembre, a Varese, dopo i giudizi e le premiazioni del raduno e campionato sociale, si è tenuto un incontro, organizzato dalla SIAYT in collaborazione con Merial e Frontline Combo, dal tema: herpesvirosi e malattie trasmesse da parassiti. Relatore: Dott. Roberto Del Maso.
L’Herpes Virus Canino (CHV) è un virus responsabile di una patologia mortale nei cuccioli neonati e può costituire un grave problema nell’allevamento canino per i danni alla fertilità ed alla natalità.
Una diffusione mondiale
Identificato per la prima volta negli USA negli anni sessanta, il virus è stato successivamente diagnosticato in tutto il mondo. In Italia numerosi lavori, effettuati negli ultimi anni, ne hanno messo in luce l’ampia diffusione, con percentuali elevate di positività.
Come si trasmette?
L’Herpesvirus è in grado di trasmettersi facilmente da un cane all’altro e dalla madre ai cuccioli attraverso differenti vie di trasmissione:
- via oro-nasale
- via transplacentare
- via venerea
Nei cuccioli, la contaminazione avviene essenzialmente durante il parto. Qualche ora o qualche giorno prima dello stesso, il virus si moltiplica nella mucosa vaginale della femmina infetta e il cucciolo si contamina quando attraversa il canale del parto. Può anche accadere che il cucciolo si infetti dopo il parto, tramite i secreti nasali emessi da adulti o da altri neonati.
Il virus può persistere nel secreto nasale, nel secreto vaginale, nel secreto prepuziale e nello sperma. Negli adulti, quindi, la trasmissione può avvenire sia durante la monta sia attraverso un semplice contatto sociale tra due soggetti. In un cane adulto è estremamente difficile identificare il momento in cui un cane si infetta: l’infezione ha infatti negli adulti un decorso inapparente, salvo poi manifestarsi in tutta la sua gravità quando la femmina è gravida, seppure non in tutte le gravidanze.
Altro aspetto fondamentale è la persistenza del virus nell’organismo per tutta la vita dell’animale: il virus resta allo stato di latenza, confinato nei gangli del trigemino e lombo-sacrali, e quando l’animale è sottoposto a stress (calore, accoppiamento, gravidanza, patologie intercorrenti, trasporti, immunodepressione, etc.) il virus può tornare a diffondersi e a circolare in tutto l’organismo. In questa fase l’animale è in grado di diffondere il virus e, se si tratta di una femmina gravida, il virus passerà ai feti, dove eserciterà tutto il suo potere patogeno. Proprio perché la riattivazione è legata agli stress, la patologia non si manifesterà necessariamente ad ogni gravidanza della femmina ma neppure è possibile prevedere se e quando lo farà.
A seconda dello stadio più o meno avanzato di gravidanza in cui può avvenire la diffusione del virus, le conseguenze saranno:
• riassorbimento embrionale con conseguente infertilità
• aborti
• natimortalità
• mortalità dei cuccioli dopo il parto.
Tale variabilità di fenomeni clinici è destinata a ripetersi in maniera irregolare ed imprevedibile per tutta la vita riproduttiva della femmina, causando quindi un problema ripetuto nel tempo. E’ d’altra parte evidente come questa variabilità costituisca un fattore che rende spesso difficile riconoscere i problemi sopraelencati come causati da Herpesvirus, con conseguente sottovalutazione della reale diffusione di questa patologia.
Quali sono i sintomi principali?
Si è già visto quale danno il virus possa determinare durante la gravidanza e come l’Herpesvirus canino svolga un ruolo significativo tra le cause di infertilità nella cagna.
La forma clinica più conosciuta e più caratteristica è certamente quella che colpisce i cuccioli nel periodo immediatamente successivo al parto (prime tre settimane di vita). La mortalità è elevata e spesso la diagnosi viene fatta quando tutta la cucciolata è colpita dal virus. In ogni caso la madre non presenta alcun segno clinico e la secrezione lattea è normale. Il quadro clinico è caratteristico con presenza di:
- anoressia: i cuccioli non succhiano più il latte materno,
- i cuccioli si disinteressano della madre,
- dolori addominali,
- feci liquide di colore giallastro,
- sintomi neurologici,
- talvolta edema sottocutaneo, eritema e papule talvolta visibili a livello addominale.
La maggior parte dei cuccioli muore in 24/48 ore, talvolta in maniera improvvisa senza alcuna sintomatologia. Nelle cucciolate colpite la mortalità si aggira intorno all’80%, nei casi più gravi si arriva alla perdita completa della cucciolata.
La diagnosi
La diagnosi clinica è possibile solo nella forma acuta con mortalità dei cuccioli neonati. In questo caso l’esame necroscopico evidenzia lesioni caratteristiche mentre la PCR consente di riscontrare la presenza del virus direttamente nei tessuti.
Per evidenziare la presenza e la circolazione del virus in un allevamento la metodica consigliabile è quella sierologica, che evidenzia la presenza di anticorpi specifici nei soggetti adulti, maschi e femmine.
Gli anticorpi compaiono nel cane adulto subito dopo l’infezione e persistono per un periodo di tempo piuttosto breve, attorno ai 2-3 mesi, successivamente non sono più rilevabili fino alla successiva infezione (un cane sierologicamente negativo potrebbe dunque essere comunque un portatore). Il riscontro di un titolo elevato di anticorpi permette di stabilire non solo la presenza e la circolazione del virus nell’allevamento ma anche la recente esposizione dei riproduttori al virus stesso. In presenza di un dato di questo tipo, è probabile che nell’allevamento vi sia un danno, di gravità variabile e non sempre adeguatamente riconosciuto, alla fertilità e/o alla natalità sostenuto da Herpesvirus.
L’apporto del Medico Veterinario è fondamentale in questa fase, al fine di poter inquadrare al meglio le problematiche realmente presenti nell’allevamento e di poter impostare le strategie più opportune per affrontarle.
Terapia
Non esiste un trattamento terapeutico specifico contro l’Herpesvirosi canina.
La Vaccinazione
Un passo fondamentale nella lotta contro i danni causati dall’Herpesvirosi negli allevamenti è stato ottenuto con la disponibilità sul mercato europeo di un vaccino specifico. La vaccinazione va effettuata sulla cagna nel corso della gravidanza, mediante due somministrazioni, la prima va attuata tra l’inizio del calore fino a 10 giorni dopo l’accoppiamento, la seconda 1-2 settimane prima della data prevista del parto. Tale vaccinazione va ripetuta, sempre con la doppia somministrazione, in occasione di ogni gravidanza.
Il principio su cui il vaccino si basa è quello di vaccinare la madre per proteggere la cucciolata. Le due vaccinazioni determinano infatti nella madre una produzione di anticorpi rivolti contro il virus, che passano in elevata quantità nel colostro assunto dai cuccioli subito dopo il parto. Gli anticorpi persistono per un tempo relativamente breve dopo la vaccinazione ed è per questo che la vaccinazione va ripetuta ad ogni gravidanza. I cuccioli, assumendo il colostro della madre vaccinata, risultano in questa maniera protetti dalla mortalità e dai sintomi clinici dell’Herpesvirosi in corrispondenza del periodo in cui il virus è pericoloso per la loro vita, quello delle primissime settimane di vita.
Superata questa fase i cuccioli non saranno più protetti dagli anticorpi materni ma l’infezione da Herpesvirus, se contratta, non sarà più pericolosa per la loro salute e la loro vita. Quando, divenute a loro volta adulte, le femmine saranno destinate alla riproduzione, sarà comunque necessario vaccinarle a loro volta, sempre con la doppia somministrazione, per proteggere le loro cucciolate.
Il vaccino non presenta controindicazioni o rischi né per la madre né per i cuccioli e non veicola in alcun modo il virus intero negli animali vaccinati. L’efficacia del vaccino è stata confermata in campo in allevamenti infetti da Herpesvirus canino: nei soggetti vaccinati si è osservata tendenza al miglioramento della percentuale di gestazione e una riduzione significativa della mortalità complessiva dei cuccioli nel periodo precedente lo svezzamento.
Resta fondamentale il ruolo del Medico Veterinario, operatore insostituibile nel campo della salute animale, per una corretta impostazione del protocollo vaccinale e per un accurato monitoraggio delle differenti problematiche riproduttive che possono coesistere nell’allevamento.
Conclusioni
I problemi d’infertilità e mortalità neonatale di un allevamento hanno spesso origini differenti. L’Herpesvirosi costituisce quindi una delle cause principali, ma non l’unica. Per individuare le ragioni della comparsa di Herpesvirosi in un allevamento è necessario effettuare indagini mirate e precise.
La disponibilità di un vaccino rende possibile, per la prima volta, di intervenire per impedire la mortalità neonatale indotta da questa patologia. Per maggiori informazioni è necessario rivolgersi al proprio Medico Veterinario.
A cura dell’ufficio tecnico Merial Italia.
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